che ascoltavi la mia prosa
e ti nascondevi
trattenendo la parodia
nel grande teatro del tutto
io figurante del niente
a mia insaputa ammucchiavi
gli ultimi abiti di scena
uno ad uno
spogliavi
dal tessuto damasco
la mia anima
e raccoglievi le maschere adoperate
per deridere la vita...
sorridevo
e ti guardavo come fosse la prima volta
tu che entrando nel mio castello di latta
mi portavi il tuo tesoro
io che schiudevo le tende
e miscredente
guardando i tuoi passi
pregavo
di poter aprire il tuo cuore
A tutte quelle volte
che la tua chiara luce è stata faro
A tutte quelle volte
che curiosa, dal palco, ti ho desiderato
per amore
già dalla seconda scena
e non te lo ho detto...
e non te lo ho detto...